Gli organismi preposti all'immigrazione Fin dal suo nascere come nazione indipendente l'Argentina attuò una politica di incentivo all'immigrazione. Dobbiamo però arrivare al 1876, sotto il governo del presidente Nicolás Avellaneda, per incontrare la prima legge organica sulla materia: il 6 ottobre di quell'anno veniva approvata la legge n. 817 sull'immigrazione e la colonizzazione e il 19 dello stesso mese veniva promulgata. Suo scopo era raccogliere e ordinare in un unico testo normativo le disposizioni emanate in precedenza sull'argomento. Non si vuole qui discutere i contenuti e l'incidenza di una legge che ha avuto una vita sorprendentemente lunga (fu abolita solo dalla legge n. 22.439, emanata dal governo militare del generale Videla, nel 1981) ma solo analizzare alcuni articoli del primo capitolo, che crea il Departamento General de Inmigración, per introdurre l'argomento oggetto di questa nota: la documentazione del movimento migratorio attraverso le liste di sbarco. L'art. 1 recita: «Si crea il Dipartimento generale dell'immigrazione, alle dipendenze del Ministero dell'Interno». L'art. 3 tratta diffusamente dei compiti e delle attribuzioni di tale dipartimento: mantenere i contatti con gli agenti di immigrazione all'estero, incentivare l'immigrazione soprattutto di agricoltori e facilitarne il viaggio mediante contratti stipulati con le compagnie di navigazione; ispezionare le navi che trasportano migranti, verificando le condizioni igienico-sanitarie; controllare lo sbarco degli immigranti e provvedere al loro alloggio e inoltre ai luoghi di destinazione finale attraverso gli uffici del lavoro, ecc. I paragrafi che più interessano il nostro argomento sono il sesto e il quattordicesimo, che dispongono, tra le attribuzioni del Dipartimento, «esigere dai capitani delle navi che trasportano migranti le liste di questi ultimi, i loro passaporti, documenti e altre informazioni che siano necessarie» (par. 6°); «mantenere un registro numerato in cui annotare, in ordine cronologico, l'arrivo di ogni immigrante, il suo nome, cognome, età, sesso, nazionalità, stato civile, religione, professione, se sa leggere e scrivere, luogo di provenienza e luogo di destinazione» (par. 14°). Come conseguenza di queste norme venne accumulandosi un'imponente quantità di documentazione, che si conserva, anche se in condizioni assai precarie, presso la Dirección Nacional de Población y Migraciones, che ha sostituito l'antico Departamento General de Inmigración, sempre alle dipendenze del Ministero dell'Interno1. Molti dei compiti di questo dipartimento, in particolar modo quello di registrare gli immigrati all'arrivo, venivano svolti da qualche decina d'anni da altri organismi. Già nel 1824 era stata creata la Commissione d'immigrazione, con il compito di ingaggiare in Europa artigiani e contadini. Questa commissione aveva creato agenzie in Gran Bretagna, Germania, Francia e Olanda e si era data un regolamento che conteneva molti dei concetti base che si ritroveranno nella successiva legislazione migratoria. Disciolta il 20 agosto 1830, la commissione rinasceva nel 1854 con il compito, tra l'altro, di mantenere un registro degli immigrati arrivati, o che di lì innanzi arrivassero in spedizioni o con imprese e che avessero ottenuto a credito il biglietto di viaggio2. Questa commissione durò fino al 1874, quando venne sostituita dalla Comisar'a General de Inmigración, che ebbe breve vita, fino alla promulgazione della legge n. 817. Va ricordato che la compilazione di un registro in cui figurassero tutti coloro che sbarcavano ufficialmente, oltre ai fini statistici, obbediva a esigenze immediate, come quella di proteggere i passeggeri, soprattutto gli immigranti, dai numerosi rischi di essere imbrogliati o derubati al momento di sbarcare a Buenos Aires. Infatti per la particolare configurazione del Rio de la Plata (bassi fondali, banchi mobili di sabbia e rive piatte e fangose), fino alla costruzione del Porto Madero le navi dovevano ancorare lontano dalla costa e il trasbordo avveniva attraverso barconi che passavano poi passeggeri, bagagli e merci a carri dalle alte ruote, che entravano in acqua tirati da cavalli e poi risalivano le rive. L'affollarsi di barche e carrette, la contrattazione del prezzo del trasbordo, le truffe, la perdita nel fiume, o lo smarrimento o trafugamento dei bagagli, occasionavano infinite liti e discussioni, a cui cercavano di trovare una soluzione i giudici di pace e la Società Filantropica d'Immigrazione. Quest'ultima nel 1857 aveva cominciato a gestire, in alcuni locali presi in affitto, il primo hotel de inmigrantes, offrendo alloggio e vitto gratuitamente per quattro giorni, che diventeranno otto a partire dal 1864, a coloro che si dichiarassero tali all'arrivo. Il 22 marzo 1872 veniva creata la Oficina de Trabajo (Ufficio del lavoro), alle dipendenze della Commissione centrale, per cercare di porre un freno alla miriade di agenzie di collocamento, che spesso erano vere e proprie agenzie di sfruttamento dei nuovi arrivati. Una circolare del Ministero degli Esteri agli agenti consolari argentini, del 27 agosto 1869, faceva obbligo ai capitani delle navi che trasportassero passeggeri verso porti argentini, di presentare all'arrivo una lista, in doppio esemplare, di ogni viaggiatore, indicandone il nome, l'età, il sesso, la nazionalità, la professione e la religione. Il capitano avrebbe dovuto pure avvisare che gli emigranti che lo volessero potevano usufruire sia dell'alloggio gratuito nell'hotel a tale scopo adibito, sia dello sbarco a carico della Commissione centrale d'immigrazione, nel caso che non avessero la possibilità di pagarselo. Interessante è anche una nota del Ministero della Guerra e della Marina alla Capitaneria centrale del Porto di Buenos Aires, del 12 agosto 1869. In essa si riconoscevano gli abusi dei proprietari di lance, che trasbordavano gli emigranti a prezzi tre o quattro volte superiori alla tariffa stabilita, e si impartiva l'ordine al comandante del pontone Vigilante di proibire a qualsiasi imbarcazione l'attracco alle navi che trasportavano emigranti fino a quando costoro non fossero stati sbarcati per mezzo delle lance messe a disposizione dalla commissione d'immigrazione3. Nel passaggio dalla primitiva Commissione d'immigrazione alla Società filantropica e quindi alla Commissione centrale, la Comisar'a General e infine il Dipartimento generale, diventato poi Dirección Nacional de Migraciones, la definizione dell'oggetto della registrazione, l'immigrante, cambiò molto poco e rimase fissata dall'art. 12 della legge n. 817: «Deve ritenersi immigrante, agli effetti di questa legge, ogni straniero, lavoratore a giornata, artigiano, industriale, agricoltore o professore, che avendo meno di 60 anni di età e dando prova di buona condotta e di capacità, arrivi in Argentina per stabilirvisi, in nave a vapore o a vela, pagando il biglietto di seconda o di terza classe, o con il biglietto pagato dallo Stato o dalle province o da imprese private di immigrazione e di colonizzazione»4. Il fatto che l'organismo preposto al controllo e alla registrazione dell'emigrazione non sia cambiato dal 1876, così come non cambiò la definizione di immigrante, ha permesso di raccogliere una massa di documenti con un elevato grado di coerenza, sia dal punto di vista della rilevazione, come della classificazione; si tratta, naturalmente, di una valutazione dal punto di vista formale perché un giudizio sulla correttezza e la esaustività della rilevazione richiederebbe una discussione molto più ampia. Il problema della registrazione degli emigrati Le statistiche dell'emigrazione risentono, tra gli altri, di due ordini di problemi: uno di omogeneità e di coerenza interna dei dati (l'ampio arco di tempo entro cui è generalmente racchiuso il fenomeno mostra cambiamenti istituzionali, più o meno frequenti, degli enti deputati a raccogliere i dati e criteri distinti nel definire le unità statistiche da rilevare) e l'altro di comparabilità tra le serie raccolte dai paesi di emigrazione e quelle dei paesi di immigrazione (dove incidono in modo ancor più rilevante le distinte definizioni di emigrante e i percorsi migratori realizzati dalle persone tra l'abbandono della patria, documentato dalle autorità locali o no, e l'arrivo, registrato o meno ufficialmente, alla destinazione finale). Le serie storiche, inoltre, presentano sempre dati aggregati, o classificati secondo variabili (sesso, età, paese o area amministrativa d'origine, paese di destinazione, professione, gruppo familiare, ecc.) la cui ampiezza e definizione varia spesso con il tempo e i luoghi, con poche o nessuna possibilità di correzioni. Poter disporre di liste nominative con le caratteristiche che definiscono gli individui secondo l'età, il sesso, lo stato civile, la professione, la nazionalità e così via, significa compiere un salto di qualità nell'analisi dei flussi. Infatti si può affinare sia l'indagine quantitativa, a partire dalle unità di rilevazione statistica (che danno la possibilità di ricostruire le classificazioni e di operare gli incroci delle variabili), che le ricerche qualitative, secondo gli ultimi indirizzi della storia sociale applicata all'emigrazione (ricostruzione delle catene migratorie e delle reti sociali; analisi qualitativa delle professioni; analisi longitudinale dei gruppi familiari, ecc.). L'uso delle fonti di documentazione personale, come i registri di stato civile, nelle ricerche sui gruppi etnici, può trovare nelle liste di sbarco una utile integrazione. Per quanto riguarda l'Argentina si è già detto della stabilità e omogeneità nella rilevazione degli immigranti. Ricordiamo che la Comisión Central de Inmigración doveva elaborare un Informe annuale e al Departamento General veniva fatto obbligo, dall'art. 16 della legge n. 817, di presentare una Memoria annuale «sul numero di immigranti entrati, la loro qualità, le loro professioni e luoghi di origine, sullo sviluppo, stasi o recessione subita dall'immigrazione, le cause e i mezzi che si considerino adeguati per rinforzarne lo sviluppo e rimuovere gli ostacoli». Queste memorie, uscite regolarmente fino alla fine degli anni sessanta di questo secolo, sono state la principale fonte di informazione sul movimento migratorio in Argentina. Una lettura comparata delle memorie e dei registri di sbarco offre l'opportunità di un esame critico delle prime (trattandosi in buona parte di un documento giustificativo delle politiche migratorie, diretto al ministro in carica) e di un completamento del quadro dei contenuti dei secondi. Per un esame della comparabilità dei dati di fonte italiana e argentina sull'immigrazione al Plata rimandiamo agli appositi studi del tema5. Ricordiamo solamente che le fonti argentine riportano un numero di immigrati italiani più elevato di quanto non sia registrato dalle fonti italiane come diretto verso l'Argentina. Nella tabella che segue sono riportate le due serie storiche fino al 1899 e la quantità di persone trascritte nei registri di sbarco esistenti a tutt'oggi presso la Dirección Nacional de Población y Migraciones. Si può così osservare come, nonostante la diversità delle cifre, l'andamento del fenomeno immigratorio è uguale nelle due serie. Il confronto tra il totale degli immigrati e la quantità di individui ancora reperibili nei registri che rimangono offre un'idea dei guasti che il tempo e l'incuria hanno provocato in una documentazione pressoché unica in Sudamerica, sia per l'arco di tempo coperto che per l'ampiezza degli indicatori raccolti. Si tratta di un patrimonio documentale particolarmente prezioso per quanto riguarda l'emigrazione italiana, dal momento che l'Argentina, con poco meno di tre milioni di immigranti, è il paese transoceanico che assorbì i maggiori flussi di espatrio dopo gli Stati Uniti. Tabella 1. Immigranti in Argentina 1882-1899: dati secondo le serie storiche e i registri di sbarco superstiti (al 31 dicembre 1991). | serie storica argentina | fonte italiana | documentazione | registri di sbarco | | totale immigrati | immigrati italiani | espatri Argentina | totale nomi registrati | numero pagine | 1882 | 41.041 | 29.587 | 22.997 | 39.219 | 783 | 1883 | 52.472 | 37.043 | 24.127 | 49.960 | 1.000 | 1884 | 49.623 | 31.983 | 31.927 | 47.144 | 943 | 1885 | 80.618 | 63.501 | 37.710 | 77.687 | 1.554 | 1886 | 65.655 | 43.328 | 36.534 | 62.444 | 1.249 | 1887 | 94.608 | 65.139 | 52.383 | 98.898 | 1.438 | 1888 | 129.115 | 75.029 | 64.223 | 56.550 | 1.807 | 1889 | 218.744 | 88.647 | 69.008 | 44.996 | 1.505 | 1890 | 77.815 | 39.122 | 36.695 | 60.103 | 1.870 | 1891 | 28.266 | 15.511 | 24.125 | 13.805 | 470 | 1892 | 39.973 | 27.850 | 25.331 | 34.084 | 1.115 | 1893 | 52.067 | 37.977 | 32.541 | 11.078 | 330 | 1894 | 54.720 | 37.699 | 32.557 | 186 | 6 | 1895 | 61.226 | 41.203 | 41.029 | 23.181 | 687 | 1896 | 102.673 | 75.202 | 56.026 | 20.706 | 644 | 1897 | 72.978 | 44.678 | 36.712 | 37.953 | 1.101 | 1898 | 67.130 | 39.135 | 33.938 | 66.345 | 1.703 | 1899 | 84.442 | 53.295 | 44.168 | 71.787 | 2.058 | Totale | 1.373.166 | 845.938 | 702.031 | 816.126 | 13.296 |
Fonte argentina: Dirección General de Inmigración, Resumen estad'stico del movimiento migratorio en la República Argentina: años 1857-1924, Buenos Aires, 1925. Fonte italiana: Istat, Sommario di statistiche storiche dell'Italia: 1861-1975, Roma, 1976. I registri di sbarco contengono per qualche anno la quasi totalità del movimento di entrata degli immigranti e, complessivamente, tre individui ogni cinque sbarcati a Buenos Aires tra il 1882 e il 1899. Si tratta di un primo inventario che il Cemla (Centro de Estudios Migratorios Latinoamericanos di Buenos Aires) sta conducendo su queste fonti, nell'ambito di un progetto sostenuto dalla Fondazione Giovanni Agnelli, che prevede il salvataggio della parte più antica del materiale documentario (1882-1890) mediante microfilmazione e registrazione su dischi ottici gestibili da un personal computer; e la costruzione di una base di dati relativa agli immigrati italiani sbarcati a Buenos Aires tra il 1882 e il 1900. Si darà una descrizione del materiale documentale raccolto presso la Dirección Nacional de Población y Migraciones prima di passare a illustrare il progetto, la metodologia del lavoro e le piste di utilizzazione che si presentano. Listee registri di entrata e uscita degli immigranti Le serie continue argentine sull'immigrazione partono dall'anno 1857: offrono il movimento degli stranieri (distinguendo tra passeggeri di prima classe e immigranti: viaggiatori di seconda e terza classe) che sbarcano in Argentina o che partono. Solitamente si distinguono gli arrivi secondo due grandi categorie: ultramar e via fluvial. La prima corrisponde a tutti i porti non argentini o uruguaiani (include quindi porti sudamericani come Punta Arenas, Valparaiso, Santos); la seconda (in cui si specifica spesso anche il cabotaje) comprende gli arrivi da Montevideo, Colonia e dai porti sul Paraná. Sia gli argentini (dal 1890) che le altre nazionalità americane (i nordamericani dal 1881) sono calcolate nel numero degli immigranti da ultramar. La documentazione esistente presso la Dirección Nacional de Población y Migraciones inizia con l'anno 1882. Registri anteriori e liste di sbarco di gruppi particolari (come i fondatori delle prime colonie di Entre Rios) si trovano, non inventariate e quindi di difficile reperimento e consultazione, presso l'Archivo General de la Nación. L'archivio del Ministero degli Esteri argentino conserva invece le liste delle navi e dei passeggeri che avevano fatto vistare il proprio passaporto dai consoli argentini con destinazione la repubblica del Plata: si riferiscono agli anni sessanta e settanta del secolo scorso e sono in ottimo stato di conservazione, a differenza dei registri di sbarco della Direzione dell'immigrazione. Queste liste, che sono incluse nei fascicoli intestati ai vari consolati, vengono fotocopiate e allegate al progetto di ricerca sopra indicato, a mano a mano che si presentano. I documenti sono interessanti sia perché redatti da una fonte distinta dalla Commissione d'Immigrazione, sia perché permettono di confrontare i nominativi e il numero di passaporti vistati in partenza dai porti di una data nazione con il numero degli sbarcati effettivamente e i loro nomi. Tale confronto sarà possibile, però, solo una volta che si siano completati i lavori di ricerca e inventario della documentazione anteriore al 1882. Il 1882 rimane perciò un anno fondamentale, almeno per ora, perché da esso è possibile partire con le liste nominative degli immigranti entrati in Argentina arrivando, senza interruzione della continuità, fino alla fine degli anni cinquanta, quando praticamente si estingueva l'ultima ondata emigratoria italiana del secondo dopoguerra in Argentina. Passando alla descrizione specifica della massa documentale relativa alle registrazioni dell'arrivo possiamo distinguere tre gruppi di documenti: Primo gruppo: «Registro general de los inmigrantes».Si tratta di 29 grossi registri con le pagine numerate (tra i 500 e i 250 fogli), di formato 80 cm x 50, in cui sono riportati, manoscritti, tutti i dati richiesti dall'art. 14 della legge n. 817. In dettaglio vengono riportati: anno di arrivo della nave; nome della nave; data di arrivo; numero d'ordine del passeggero; classificazione del vettore; bandiera; porto di partenza; porto d'imbarco; nome e cognome dell'immigrante; età; sesso; stato civile; nazionalità (patria); professione; religione; grado d'istruzione (se sa leggere e scrivere). I registri coprono il 98% del movimento di entrata dal 1882 al 1887 (375.352 nomi su 384.017 immigranti). Per l'emigrazione italiana si tratta di un periodo importante perché si dirige in Argentina il 44,4% del flusso di espatrio diretto nelle Americhe. Secondo le fonti argentine il 70,4% degli immigranti d'oltremare è rappresentato in questo periodo da italiani. Il primo immigrante registrato è Battista Trovasci, agricoltore, celibe, di 49 anni di età, arrivato il 2 gennaio 1882 con il vapore Correbo III, di bandiera italiana e proveniente da Genova, che trasportava 12 emigranti. La serie dei registri fino al 31 dicembre 1887 è completa e in buone condizioni, a parte la rilegatura in cuoio che è semidistrutta e qualche pagina in cui l'acqua ha reso illeggibile la scrittura (non più di 200 pagine su 6.967). I pochi dorsi che rimangono recano ancora la dicitura in oro «Comisaria de Migraciones», anche se essa era stata abolita dalla legge n. 817. La calligrafia è nitida, senza sbavature o correzioni, favorita da una carta assai pesante che, nonostante gli anni, non è ingiallita. Tutto farebbe pensare a una perfetta trascrizione dei dati. I problemi sorgono quando si comincia a esaminare l'elenco e si confrontano le informazioni. Ricordiamo qui le principali difficoltà che si incontrano: anzitutto non viene sempre rispettato l'incolonnamento dei cognomi e nomi e ciò provoca a volte seri dubbi su quale sia il vero cognome. Alcuni errori sono facilmente riconoscibili e correggibili, e sono dovuti alla disattenzione dei compilatori: essi annotavano anzitutto i cognomi e nomi e poi andavano riempiendo le colonne dei dati con virgolette nei casi uguali, una volta completata la prima riga. Succede così che a volte si attribuiscono ai passeggeri che seguono nell'ordine le caratteristiche di quelli che precedono: l'errore si ripete più facilmente nell'attribuzione della professione (esempio: marito, moglie e figli anche neonati sono tutti muratori o calzolai) o della nazionalità. Non si è riusciti a capire il criterio di trascrizione dei nomi: non obbedisce né a un ordinamento alfabetico, né a un raggruppamento per nazionalità o per porto di imbarco; alcuni elenchi vedono ripetersi i porti in forma casuale, per esempio: Genova, Barcellona, Genova, Cadice, Napoli, Genova, ecc. Sembrano trascritti di seguito, quasi sempre, i nuclei familiari, o quanti arrivavano registrati su un unico passaporto. Nelle liste consolari viene normalmente registrato il solo intestatario del passaporto e nella colonna «osservazioni» si annota il numero e la qualità di quanti viaggiano con lui: non solo parenti (ad esempio: con sua sorella; con la moglie e due figli; con sua moglie, quattro figli e otto persone a servizio: criados); Olherin Girard Julien, di nazionalità svizzera, viaggia con 16 persone sulla nave Rivière D'Abord che salpa da Bordeaux nel marzo 1861. I registri d'immigrazione collocano per esteso il nome delle persone, indicando la parentela: moglie (su señora), fratello, figlio, padre; e le altre caratteristiche personali. Si possono così facilmente ricostruire i nuclei familiari, soprattutto nel caso di discendenza diretta. Gli errori più gravi si hanno nella trascrizione dei cognomi e nei casi in cui il nome straniero (es. Andrea) può indurre a equivoci rispetto al sesso (essendo nome di donna in spagnolo, molto spesso gli si attribuisce il sesso femminile). Ciò porta a gravi conseguenze sul piano della documentazione ufficiale perché i dati trascritti sui registri di sbarco (e non quelli della documentazione straniera: passaporto, ecc.) fanno fede per tutti i successivi atti di stato civile o comunque pubblici in Argentina. Troviamo così, ad esempio, la famiglia Dellabosca che arriva a Buenos Aires il 3 gennaio 1882, in cui il cognome del padre, Giuseppe, panettiere di 40 anni, è scritto correttamente, mentre la madre, Maria, pure lei di 40 anni di età, è diventata Delabolsca e i figli, Giacomina di 11 anni, Antonio di 10, Caterina di 7 e Carmelina di 2, sono tutti Delabosca. Si passa da Alasio a Alassio, da Frucutto a Furcutto, da Bottino a Pottino, da Cacciavillani a Caccavialini, ecc., e sempre per i membri di una stessa famiglia. Errori di questo tipo sono identificabili quando i gruppi familiari sono a discendenza diretta, ma restano difficili da individuare in casi dove non esiste tale evidenza e non si sa se il cognome è effettivamente diverso o si tratta di errore del copista: Monti o Monte, De Cristoforo o Di Cristoforo, Cerruti o Cerrutti, ecc. A volte la trascrizione del cognome sembra fatta in modo da riportare nella grafia spagnola il suono della consonante italiana: ad esempio, si scrive Aquichella per Aquicella, Bonyorno per Bongiorno, ecc. L'errata trascrizione del cognome e nome, con la conseguente ripetizione dell'errore in tutti i documenti successivi stesi in Argentina, poteva essere corretta solo ricorrendo al giudice. Abbiamo così delle annotazioni marginali, di 60 o 70 anni dopo la compilazione dei registri, in cui viene corretto l'errore dell'impiegato dell'ufficio immigrazione. Alcuni esempi: «por resolución 261 del 22/3/1946 recaida en el expediente 53850/946 se establece que la nacionalidad de este pasajero (n. 42.976) es francesa (23 marzo 1946)»; «Se deja constancia que el verdadero apellido de las personas n. 35 y 28/31 es Dagnino, siendo el pasajero n. 39 y 30 de sexo femenino (Exp. 3816/44)»; «Exp. 208849/48: por resolución 1594 del 16/9/48 y aclaratoria n. 1602 del 20/9/48 se dispone que el n. 45300 debe decir Maria Serafina Nigro de Lorenzo y solo afecta a la calificación para jubilación y para carta de ciudadan'a». In quest'ultimo caso risulta evidente anche il motivo per cui è indispensabile la correzione: il registro di sbarco recava annotata Angelina Nigro, di 3 anni di età, arrivata a Buenos Aires il 30 agosto 1887 con il vapore Perseo proveniente da Genova, assieme ai genitori Francesco, calzolaio di 25 anni, e Concetta, di 24 anni. Arrivata all'età della pensione, doveva sistemare la grafia del suo nome in modo che coincidesse con gli attestati civili italiani. Infatti fino a qualche anno fa per ottenere la pensione in regime misto, italo-argentino, era richiesto l'attestato di ingresso in Argentina come immigrante. Le note al margine complessivamente non sono molte per cui in molti casi permane il dubbio sulla esattezza di trascrizione dei nomi; nell'insieme però si può affermare che le liste sono state completate con una buona accuratezza. Un'ultima osservazione è necessaria per distinguere questo gruppo documentario dagli altri: si tratta di liste di soli immigranti, compilate in base alla documentazione che i capitani delle navi consegnavano alle autorità portuali. Le memorie della Commissione d'Immigrazione notano come spesso tali liste erano «deficientes y algunas inexactas». La distinzione tra «passeggero» e «immigrante» era assai labile e capitava che, davanti alle difficoltà del primo impatto con la realtà argentina, molti passeggeri si trasformavano in emigranti (ricorrendo anche all'Hotel de inmigrantes, dove il loro nome risultava registrato)6. Secondo gruppo: «Lista de inmigrantes: entrada de ultramar».Dal 1888 in avanti le liste di sbarco non vengono più trascritte in appositi registri: Registro general de inmigrantes. Si raccolgono, invece, e si rilegano in tomi più o meno voluminosi (ordinariamente uno per mese) le liste compilate dalle compagnie di navigazione, firmate dal capitano e vistate dall'autorità d'immigrazione. Tali liste sono ordinate cronologicamente, per data di arrivo della nave al porto di Buenos Aires. Si tratta di formulari di diverse dimensioni, alcuni forniti dall'amministrazione argentina, altri stampati dalle varie compagnie di navigazione, ma con le intestazioni di colonna più o meno simili e che contemplano i dati richiesti dalla normativa argentina cui fanno esplicito riferimento nella testata: Reglamento de desembarco, art. 5, inciso 3; Ley de 1876, art. 3, inciso 14. Va notato che, anche se i volumi rilegati riportano in copertina la dicitura Lista de inmigrantes, in realtà si tratta di liste generali dei passeggeri, come è chiaramente stampato sui formulari. I viaggiatori sono annotati, divisi secondo la classe, per gruppi familiari, e spesso sono aggiunte alcune colonne per registrare il numero di passaporto, o di altro documento, i nati o morti a bordo, la quantità di bagagli di ciascun passeggero; è sempre presente la colonna «osservazioni», in cui si riporta se il passeggero è immigrante o no (in alcune navi vi è una seconda e perfino una terza classe «cabina», i cui occupanti non sono classificati come emigranti), se usufruisce di biglietto di viaggio prepagato e se sbarca in porti diversi da Buenos Aires. I formulari recano anche i dati completi della nave: nome, bandiera, matricola, tonnellaggio, nome del capitano e del medico di bordo, equipaggio. La compilazione dei moduli è manoscritta fino al 1914 ed è fatta indifferentemente in spagnolo, italiano, francese, inglese o tedesco e a volte mescolando le lingue (soprattutto nella grafia dei nomi: Karl, Carlos o Carlo, e così via). Ciò può far nascere problemi di interpretazione, non solo dei nomi, ma anche delle professioni, essendo le calligrafie le più diverse: dalla scrittura quasi amanuense, dal tratto nitido e forte, alla compilazione affrettata, piena di abbreviazioni inintelligibili e con molte assenze di dati. I differenti tipi di carta su cui sono stampati i formulari hanno condizionato la durata dell'informazione e alcuni sono praticamente illeggibili. I registri dal 1888 al 1907 sono i peggio conservati e su di essi si sta lavorando, con il contributo della Fondazione Agnelli, per inventariare il materiale e selezionare quello che è in condizione di essere sottoposto a procedimento di informatizzazione (il restauro di tutta la documentazione richiederebbe un apposito intervento e di notevoli proporzioni). Nel complesso si tratta di documentazione molto più ricca di quella del primo gruppo e più precisa: infatti essendo le liste compilate dalle singole compagnie di navigazione, gli errori di trascrizione indicati per il primo gruppo sono qui molto meno frequenti. Poter disporre anche degli elenchi dei passeggeri di prima classe con i relativi dati (età, sesso, professione, ecc.) permette utili elementi di indagine anche per la completezza del quadro dei movimenti tra Italia e Argentina, che finora sfuggiva ad ogni possibilità di studio dettagliato, non essendo costoro considerati come immigranti. Inoltre, essendo depennati nella lista i passeggeri che sbarcano in porti diversi da quello di Buenos Aires (quasi sempre si tratta di Montevideo, ma vi sono gruppi diretti a Rosario, e così via), è possibile distinguere quelle che, per determinati anni, le statistiche storiche indicano semplicemente come «emigrazione al Plata». Terzo gruppo: «Partes Consulares».Dal 1901 al 1930 è disponibile una fonte parallela ai registri di sbarco degli immigranti d'oltremare, costituita dai fascicoli intestati ad ogni nave che trasportava emigranti e identificati dal personale della Direzione dell'immigrazione come Partes Consulares. Si tratta di un complesso di documenti che iniziavano nei consolati argentini dei porti di imbarco dove si confezionavano le liste dei passeggeri che passavano poi in custodia al capitano della nave; costui confezionava nuove liste, aggiungeva quelle dei passeggeri che si imbarcavano nei diversi scali, la documentazione della compagnia di navigazione (certificato di immigrazione e così via) e quella richiesta per lo sbarco degli immigranti con più di 60 anni di età; il tutto veniva consegnato alle autorità d'immigrazione, all'arrivo al porto di Buenos Aires, con la dichiarazione delle nascite, morti e eventuali ammalati a bordo. Il fascicolo si completa con l'esito dell'ispezione dell'autorità migratoria. Due elementi distinguono queste liste di passeggeri dalle precedenti: sono annotati coloro che dichiarano di voler ricorrere ai benefici della legge n. 817 e che saranno ospitati nell'hotel de inmigrantes; le liste contengono il luogo di ultima residenza e non solo la nazionalità. È possibile quindi ricostruire, a partire dal 1901, le partenze per l'Argentina distinguendole per regioni, province e anche per comuni. Il dato è importante perché dal 1900 riprendono consistenza i flussi migratori italiani verso l'Argentina, raggiungendo proprio nel 1906 il volume massimo del trend storico: 127.348 unità. Il volume totale della inmigración de ultramar che arriva in Argentina tra il 1901 e il 1915 è di 2.775.936 unità7. È uno dei periodi più discussi per il problema della presenza dell'emigrazione stagionale, che si era iniziata già nell'ultimo decennio del Novecento, ed era costituita da lavoratori che arrivavano verso novembre per partecipare alla raccolta del grano e degli altri cereali nella pampa, tornando in Europa a marzo (erano chiamati per questo golondrinas). L'annosa polemica sulla quantificazione di questo fenomeno8 avrebbe modo di essere risolta attraverso i registri di sbarco e le Partes consulares, incrociando le informazioni con quelle contenute sui registri di partenza degli emigranti dal porto di Buenos Aires. Quarto gruppo: i «Registros de salida de emigrantes». Sono l'esatta contrapposizione alle Listas de inmigrantes de ultramar. Raccolgono, ordinati per nave e data di partenza dal porto di Buenos Aires, gli elenchi dei passeggeri che fanno ritorno. I dati sono gli stessi consegnati nei moduli di arrivo; sono usati infatti gli stessi formulari, viene semplicemente cancellata la dicitura fecha de llegada (data di arrivo) e sostituita a penna con fecha de salida; nella colonna «osservazioni» vengono indicati i vari porti cui sono diretti i viaggiatori. I registri sono stati consultati pochissimo finora e si conservano quasi intatti, eccetto per alcuni anni. Potrebbero servire magnificamente, tra l'altro, per calcolare il bilancio migratorio, i ritorni temporanei e i successivi riespatri, una volta che si costruisse una base di dati anche con questi registri. Si potrebbe calcolare anche il movimento di emigrazione dall'Argentina verso il Brasile o, in minor misura, verso i porti cileni o gli Stati Uniti, di cui parlano i consoli italiani specie durante le ricorrenti crisi finanziarie argentine, ma che è sempre stato difficile quantificare in misura precisa. Metodologiadi utilizzazione delle liste di sbarco La ricchezza della documentazione e le piste di lavoro che si aprono risaltano già dalla sommaria descrizione che si è fatta dei diversi gruppi di informazioni. Il lavoro che sta conducendo il Cemla, con la formale autorizzazione e controllo della Dirección Nacional de Población y Migraciones e con il contributo della Fondazione Agnelli, è ancora preliminare alla utilizzazione vera e propria del materiale. Si è infatti ancora nella fase di ricerca, inventariazione e classificazione dei documenti, occupandoci per ora dei soli registri di entrata. Si è arrivati all'anno 1899 separando i registri in buone o discrete condizioni da quelli semidistrutti. I dati identificativi delle liste (nome della nave e data di arrivo) erano apposti solo sulla prima pagina, per cui in mancanza di essa è quasi impossibile classificare i fascicoli sciolti. Sono stati microfilmati in 35 mm i 29 registri che vanno dal 1882 al 1887. Dal 1888 al 1890 è stato costituito un banco sperimentale di immagini su dischi ottici leggibili da Pc, ottenuto passando allo scanner le pagine dei registri e digitalizzando le informazioni che permettano una ricerca informatizzata: nome della nave, data di arrivo in Argentina, porto di partenza e scali, numero identificativo di documento e quantità di pagine. In base a qualunque di queste informazioni è possibile recuperare l'immagine della pagina originale e leggerla, facendola scorrere su un monitor Vga9. La conservazione e il recupero della documentazione è nettamente migliore in questo caso che non coi tradizionali sistemi di microfilmazione, ma i tempi di cattura, incollaggio elettronico (data la dimensione delle pagine che devono essere passate allo scanner per parti) e registrazione su disco delle immagini sono assai più lunghi. Si sta procedendo alla costituzione di due banche di dati per il periodo 1882-1900: una relativa alle navi di trasporto degli emigranti (comprensiva di tutti i vettori con tale patente, arrivati a Buenos Aires nel periodo considerato); l'altra limitata ai soli passeggeri italiani sbarcati in Argentina. Il file delle navi contiene i seguenti dati: nome della nave, porto di origine e di destino, data di arrivo, numero di passeggeri, nome del capitano, tonnellaggio, codice d'identificazione della nave, nomi dei porti ove la nave ha fatto scalo. Il file dei passeggeri ha questi elementi: cognome e nome; relazione di parentela; età; sesso; stato civile; professione; religione; istruzione; classe occupata a bordo; porto d'imbarco; codice d'identificazione della nave; data di arrivo. Tutti i file sono previsti su supporti magnetici gestibili da Pc (dischetti ad alta densità) per una utilizzazione diffusa della documentazione. Presso il Cemla sono consultabili sia i file che i relativi tabulati. È pure disponibile il file degli inventari fino al 1900: esso contiene l'elenco di tutte le navi arrivate al porto di Buenos Aires tra il 1882 e il 1900, ordinato cronologicamente, e l'indicazione della documentazione superstite: numero di pagine e quantità di passeggeri (divisi per nazionalità e porto d'imbarco). Si spera in tal modo di poter offrire agli studiosi uno strumento di analisi che permetta un accostamento sempre più approfondito e «individualizzato» ai meccanismi della mobilità. |