La categoria di diaspora(e) nel contesto mediorientale e mediterraneo è stato il tema affrontato dalla Società per gli Studi sul Medio Oriente (SeSaMo) per la due giorni ospitata dall’ateneo padovano e coordinata da Lorenzo Casini, Leila El Houssi, Dario Miccoli, Stefano Allievi, Elena Calandri, Renzo Guolo e Annalisa Oboe.
Il dibattito scientifico attorno ai fenomeni migratori e diasporici ha seguito tre macro campi d’indagine: socio-politico, storico-politologico e letterario-culturale. Gli interventi hanno scomposto e discusso il fenomeno proprio a partire dai casi storici più emblematici rappresentati da quello ebraico ed armeno, fino ad un’analisi di tutte quelle forme di mobilità transnazionale mediterranea e mediorientale che s’inseriscono nel dibattito internazionale degli studi diasporici. Sono stati infatti l’elemento transnazionale delle diaspore e la mobilità trans-mediterranea il filo conduttore che ha legato le ricerche presentate dai relatori.
L’esilio collettivo mediante costrizione diretta o indiretta, le espulsioni o ancora le migrazioni forzate, nonostante abbiano segnato una rielaborazione identitaria o, al contrario, una cristallizzazione idealistica di una presunta identità collettiva delle comunità diasporiche, tuttavia, non conducono necessariamente a una rottura con la terra d’origine. Anzi, accade sovente che sia proprio la diaspora a giocare un ruolo politico nelle relazioni diplomatiche tra la terra d’origine e quella d’adozione. L’analisi di Emanuela Trevisan Semi ha appunto riguardato l’ambiguità del ruolo delle comunità diasporiche nella mediazione internazionale attraverso la disamina del caso ebraico marocchino in riferimento al conflitto israelo-palestinese. Emerge così un quadro in cui si evidenziano le fratture all’interno di questo caso diasporico, le cui interne discordi posizioni rispetto alla relazione con il Paese d’origine si declinano in altrettanti divergenti rapporti. Nonostante elementi quali l’idealizzazione della comunità come gruppo omogeneo o la condivisione di una memoria collettiva, la realtà è quella di un corpo eterogeno che attraverso la pratica politica si misura con l’attività sociale delle sue componenti, evidenziando così una propria intrinseca diversificazione.
Il panel sulle diaspore nella storia del Mediterraneo è stato, invece, consacrato alla presenza italiana nel Levante con uno spin-off sulla migrazione dei cristiani dall’area mediorientale verso l’Europa, fenomeno quest’ultimo particolarmente in crescita negli ultimi decenni a causa di conflitti tuttora irrisolti ed una costante instabilità politica regionale. Una storia migratoria spesso trascurata dalla letteratura contemporanea è quella degli italiani del Mediterraneo Orientale, comunità che da Salonicco a Istanbul fino a Beirut hanno ricoperto nei secoli un ruolo di primaria importanza nella cooperazione tra il mondo musulmano e quello cristiano-europeo. I contributi hanno analizzato il ruolo delle comunità italo-levantine nei contesti urbani egiziani e turchi. Il ruolo delle logge massoniche italiane nell’Egitto di fine Ottocento presenta profonde similitudini ed analogie con il caso turco-ottomano, realtà nelle quali l’avvento del nazionalismo causerà nel Novecento la dipartita di tutte quelle comunità percepite come allogene, tra cui l’italiana.
La diaspora come fenomeno culturale è stato l’oggetto di ricerca del panel sulla letteratura in/della diaspora, sessione nella quale è emersa la centralità del migrante, culturalmente tradotto, la cui lingua rappresenta la più importante delle strutture sociali. Ecco perché la scelta della lingua nella produzione letteraria, se da un lato evidenzia tutti quei blocchi psicologici dell’autore migrante, dall’altro nega l’evidenza di una lingua madre a favore di una lingua letteraria e veicolare.
Alla ricerca sociale sui fenomeni migratori è stato dedicato infine il panel conclusivo delle giornate di studio SeSaMo. L’analisi socio-antropologica delle migrazioni trans-mediterranee e la pratica politica delle comunità diasporiche nei Paesi d’adozione, presenta interessanti riflessioni sulla rappresentazione delle diaspore in movimento. La sessione ha analizzato i tratti diasporici di identità transnazionali presenti in Italia, con un focus particolare sulle comunità egiziane e curde. L’attività politica e la geografia «mentale» di uno spazio urbano armeno all’interno del multiconfessionale Libano rappresentano invece le linee della ricerca presentata da Francesco Mazzucotelli.
Questioni di pluralismo, strutture diasporiche, lingua(e) e status sociale insieme ad elementi nostalgici e di lotta, partecipano attivamente a quei processi sociali, economici e politici sulla ridefinizione di identità soggettive e collettive, la cui memoria e pratica socio-politica è stata analizzata dai partecipanti di queste giornate di studio che hanno offerto profonde riflessioni e nuovi stimoli alla ricerca.
Francesco Pongiluppi