La presente sezione monografica raccoglie gli atti dell’omonima giornata di studi che si è tenuta il 16 maggio 2017 presso il Centro Altreitalie, dedicata ai molteplici movimenti di popolazione che hanno unito l’Italia e la Francia nel Novecento e che, sebbene sotto altre forme, hanno continuato a unire i due paesi transalpini negli anni del nuovo millennio.
Durante il secolo scorso, il confine italo-francese si è rivelato al tempo stesso estremamente permeabile ed estremamente tangibile. La Francia era, ed è tuttora, una delle mete privilegiate degli emigranti dalla Penisola, non solo per la vicinanza geografica, ma anche per ragioni economiche, politiche, sociali e culturali, tanto che quella italiana è stata a lungo la più consistente collettività straniera nell’Hexagone. Migliaia di italiani hanno trovato oltralpe un’opportunità di miglioramento delle proprie condizioni economiche, come pure un rifugio contro le persecuzioni del regime fascista. Varcare la frontiera non è però sempre stato semplice e la presenza italiana in territorio francese non ha mancato di suscitare tensioni e conflitti: i cosiddetti Ritals sono stati anche oggetto di forme di emarginazione ed esclusione sociale, e l’integrazione nella «nazione sorella» è stata talvolta difficoltosa. Nella seconda metà del Novecento, inoltre, in concomitanza con il processo di decolonizzazione e la costruzione di un inedito spazio comunitario interno al continente europeo, l’Italia e la Francia sono state attraversate e messe in collegamento da nuovi flussi migratori, intra ed extraeuropei, che hanno ulteriormente mutato lo scenario e il quadro delle problematiche.
È da queste considerazioni che ha preso le mosse la giornata binazionale sopra citata – organizzata nell’ambito della Scuola di dottorato in Studi umanistici dell’Università di Torino, con il sostegno dell’Università Italo Francese, dell’Università Paris Nanterre e del Centro Altreitalie – il cui duplice intento era, da un lato, riunire ed esporre i più recenti e innovativi contributi di studiosi provenienti da differenti contesti accademici, italiani e francesi, le cui ricerche fossero appunto incentrate sui fenomeni migratori tra Italia e Francia in età contemporanea; dall’altro lato, permettere un incontro e un confronto tra dottorandi, ricercatori e docenti con diverse esperienze alle spalle, oltre che afferenti ad ambiti disciplinari di vario tipo.
Come in occasione della conferenza, l’introduzione di questa raccolta è affidata a Paola Corti, che nella propria esposizione delinea l’evoluzione che a partire dal secondo dopoguerra hanno assunto sia gli studi storici sia, più in generale, il pubblico interesse intorno alla presenza italiana in Francia.
Procedendo in ordine cronologico, il primo intervento proposto è quello di Pierre-Louis Buzzi, laureato in storia presso l’Università di Strasbourg, il quale fa un’originale ricostruzione degli eterogenei spostamenti di civili e militari italiani che negli anni della Grande guerra attraversarono il confine italo-francese, in una direzione o nell’altra.
A seguire, sono qui presentati tre saggi – scritti rispettivamente da Hugo Vermeren, Pietro Pinna e Francesca Capece – il cui filo conduttore è, in ultima istanza, il tema della contrastata politicizzazione degli italiani in terra francese durante il regime fascista. Vermeren illustra infatti la progressiva estensione del sistema di potere fascista sulla popolazione italiana dell’Algeria coloniale, facendo un raffronto con la parallela articolazione dell’antifascismo su quello stesso territorio. Pinna analizza il complesso rapporto tra la politica e gli immigrati italiani nella Francia metropolitana sotto il peculiare aspetto dell’associazionismo culturale, sportivo e ricreativo. Capece, dal canto suo, prende in considerazione il biennio precedente l’entrata in guerra dell’Italia nel Secondo conflitto mondiale e, attraverso la vicenda del piano per il rimpatrio degli italiani all’estero, mostra come coloro che risiedevano oltralpe fossero soggetti a una serrata propaganda tanto da parte delle istituzioni fasciste, quanto da parte degli antifascisti.
I saggi di Emeline Vezzu, Anna Badino e Patrizia Audenino vertono invece sulle migrazioni italiane post-1945. Se la prima tratta delle forme di assistenza e, in un certo senso, anche di «controllo» degli emigrati italiani in Francia da parte della neonata Repubblica italiana, la seconda mette a confronto le modalità di integrazione delle famiglie originarie del Sud Italia che tra gli anni cinquanta e settanta emigrarono nel sud-est della Francia o nel «triangolo industriale» del Nord Italia, prendendo come casi-studio i flussi diretti a Marsiglia e a Torino. La relazione di Audenino, per contro, si sposta verso il presente, assumendo come oggetto di studio le memorie postcoloniali e istituendo una comparazione tra la rielaborazione del passato coloniale e dei rimpatri dei coloni che ha avuto luogo in Francia e l’analoga rielaborazione verificatasi in Italia.
Con il testo a quattro mani di Salvatore Palidda e Francesca Martini, infine, si cambia approccio disciplinare e si entra nell’attualità, affrontando il tema dei migranti extraeuropei in situazione più o meno irregolare che negli ultimi due decenni hanno tentato di oltrepassare la frontiera italo-francese, scontrandosi con le crescenti restrizioni della Fortress Europe.
L’insieme dei saggi proposti in questa sezione permette, in definitiva, di ripercorrere alcuni dei punti e degli aspetti più salienti delle migrazioni di quest’ultimo secolo tra Italia e Francia, a un trentennio dalla firma degli Accordi di Schengen e in un momento storico in cui le politiche migratorie sia comunitarie, sia dei due paesi protagonisti dei flussi euromediterranei sono al centro di aspre controversie. L’auspicio è che si contribuisca non solo a conoscere il nostro passato comune, ma anche a comprendere e affrontare meglio le sfide – politiche, economiche e di integrazione sociale – che segnano il nostro presente e che segneranno inevitabilmente il nostro futuro.
I contributi pubblicati in questa sezione sono stati oggetto di un processo di valutazione, selezione e revisione a cura del Comitato scientifico e degli organizzatori del convegno Oltrepassando le Alpi, prima e dopo Schengen: le migrazioni italiane in Francia.