La storia migratoria italiana è ripresa con cifre a cinque zeri: 120.950 cittadini italiani nel 2020 secondo l’ISTAT. Si registra dunque un incremento di oltre il 183% rispetto al 2010, quando i cittadini emigrati non superavano i 40.000. Le 100.000 unità erano state toccate per la prima volta all’inizio della grande emigrazione nel 1880 e sono state superate con ritmo sempre crescente dal 2015 al 2019, che rilevava ben 122.020 partenze.
Pur mantenendo alti i numeri di emigrazione, il 2020 e il 2021 hanno però segnato un’inversione di tendenza e, come indica il Centro Studi e Ricerche IDOS, con il Coronavirus si registra per la prima volta dall’inizio del XXI secolo una riduzione di cancellazioni all’anagrafe di cittadini italiani pari al 8,0% rispetto all’anno precedente. La pandemia da Covid-19 e le conseguenti restrizioni sulla mobilità internazionale hanno certamente influito, benché non abbia fermato del tutto i flussi migratori.
Nel 2021, anche in assenza di vincoli agli spostamenti, si osserva un ulteriore calo delle uscite (158mila, -1% rispetto al 2020). La propensione alla diminuzione dei trasferimenti verso l’estero sembra confermata anche dai primi dati disponibili riferiti al periodo gennaio-ottobre 2022, durante il quale si registra una contrazione pari a -20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Istat, 2023).
Il volume delle cancellazioni anagrafiche verso l’estero è dovuto in larga parte agli espatri dei cittadini italiani che sono in media circa sette su 10. Nel corso del decennio 2012-2021 si contano oltre un milione di espatri, mentre i rimpatri nello stesso periodo sono poco più di 443mila; i saldi migratori dei cittadini italiani sono sempre negativi e la perdita complessiva di popolazione italiana dovuta ai trasferimenti con l’estero è pari a 581mila unità.
Nonostante le statistiche e le stime numeriche, i dati dell’emigrazione rimangono difficili da quantificare con precisione poiché il migrante di oggi attraversa le frontiere europee senza visti e permessi di soggiorno e spesso tralascia la cancellazione anagrafica dall’ultimo comune di residenza in Italia. Di conseguenza, la dimensione reale del fenomeno supera abbondantemente i dati ufficiali e, secondo alcune stime, può più che raddoppiare.
Nel decennio 2012-2021 è espatriato dall’Italia oltre 1 milione di residenti, di cui circa un quarto in possesso della laurea. Sono circa 337mila i giovani espatriati di 25-34 anni, di essi oltre 120 mila al momento della partenza erano in possesso della laurea. A lasciare l’Italia non sono solo lavoratori specializzati, o cervelli in fuga, ma anche studenti, professionisti, tecnici, imprenditori, ricercatori, pensionati, cooperanti e altre figure, qualificate e non, che partono da ogni regione.
Rispetto alle migrazioni del passato cambiano però le motivazioni: non sempre la ricerca di lavoro risulta essere il fattore dominante,ma si emigra anche per cercare una migliore qualità della vita, per amore, o per studio.
L’Europa continua a essere la principale area di destinazione delle emigrazioni dei cittadini italiani (83% degli espatri) ma è anche l’area che ha risentito maggiormente del calo degli espatri nel 2021 (-22% rispetto al 2020).
Rallentano, ma restano numerose, le partenze degli italiani verso il Regno Unito (23mila, 24% del totale degli espatri), così come quelle verso la Germania (14mila, 15%), la Francia (11mila, 12%), la Svizzera (9mila, 9%) e la Spagna (6mila, 6%).
Il Centro Altreitalie si è occupato in maniera approfondita del fenomeno attraverso diverse ricerche finanziate dalla Compagnia di San Paolo i cui risultati sono stati pubblicati in due volumi a cura di Maddalena Tirabassi e Alvise del Pra':"La meglio Italia. Le mobilità italiane nel XXI secolo", nel 2014 e Il mondo si allontana? Il COVID-19 e le nuove migrazioni italiane, pubblicato nel 2020. Inoltre, il Centro ha dato alle stampe un volume collettaneo a cura di di Valeria Bonatti, Alvise Del Pra’, Brunella Rallo e Maddalena Tirabassi: “Famiglie transnazionali dell’Italia che emigra. Costi e opportunità”. Recentemente, sono usciti due n. monografici di Altreitalie inerenti al tema: Altreitalie 63 “Next Generation Italics” e Altreitalie 65 “Il «turismo delle radici» nel passato e nelle nuove mobilità” (a cura di Maddalena Tirabassi).
La presente sezione – che per ovvi motivi non potrà essere esaustiva –vuole essere uno strumento per addetti ai lavori o semplici interessati che vogliano reperire dati, storie, materiali ed altro su questo fenomeno molto complesso.
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