Introduzione
L’Argentina è stata dalla fine dell’Ottocento a metà del Novecento una meta migratoria per milioni di italiani. Le diverse ondate migratorie di italiani verso l’Argentina, così come le migrazioni di ritorno verso Italia di molti loro discendenti, provocate delle ricorrenti crisi politico- economiche che hanno scosso il paese nel xx e xxi secolo, danno sostanza alle «metafore liquide» con cui si fa solitamente riferimento ai movimenti migratori (Green, 2002). Le correnti, le ondate e i flussi di italiani e italoargentini che a partire dal xix secolo attraversano l’Atlantico sono anche indicatori delle travagliate vicende che hanno segnato la storia dei rispettivi Paesi. Guerre, crisi economiche, persecuzioni politiche, esilio, spirito di avventura o più semplicemente la ricerca di nuove opportunità e di una vita migliore.
Lo scopo di questo lavoro è di contribuire a delineare le caratteristiche familiari, sociali, educative e lavorative nonché le aspettative passate e future dei protagonisti dell’ultimo flusso di italiani giunti in Argentina negli ultimi anni. A partire da una fonte di dati primaria, la «Encuesta de Presencia Italiana Contemporánea en Argentina» (epica)1, che fornisce sia dati quantitativi su aspetti solitamente non rilevati nelle statistiche ufficiali, che informazioni complementari utili per effettuare valutazioni qualitative sull’oggetto di studio.
Antecedenti
I censimenti della popolazione dell’Argentina mostrano come gli italiani siano stati per decenni la nazionalità con la maggiore presenza relativa tra gli stranieri ivi residenti (tabella 1).
L’impatto della migrazione italiana sui vari ambiti della vita sociale, economica, politica e culturale in Argentina, così come il suo impatto demografico, ha lasciato un segno indelebile nell’identità della società argentina e costituisce una parte significativa dei cambiamenti che l’immigrazione in generale ha prodotto nella sua struttura sociale (Germani, 1968) poiché, a differenza di altri paesi con grande immigrazione come gli Stati Uniti, il fenomeno migratorio in Argentina è stato sostanzialmente contemporaneo alla sua costituzione come stato moderno (Devoto, 2003).
È pertanto comprensibile che le migrazioni italiane in Argentina abbiano suscitato l’interesse di numerosi ricercatori e specialisti che, lungo gli anni, hanno prodotto un gran numero di studi sui temi più svariati; essendo particolarmente abbondanti quelli destinati alla prima fase della grande migrazione, avvenuta tra la fine del xix secolo e l’inizio del xx2.
Relativamente più scarsi sono gli studi che negli ultimi anni affrontano la «nuova mobilità» degli italiani in Argentina, essendo questo un fenomeno recente e di minore rilevanza numerica. Si tratta di un fenomeno di particolare interesse, non solo perché mostra una sorta di aggiornamento dell’immagine dell’Argentina come meta migratoria per gli italiani – meta che sembrava estinta per dette migrazioni da decenni – ma anche per le notevoli differenze nelle caratteristiche sociodemografiche di questi italiani rispetto ai loro predecessori. Tale presetnza e la sua composizione sociale è in rapporto di discontinuità con immagini stereotipate, essendo in conflitto con la già consolidata percezione del «migrante italiano» in Argentina.
In questo lavoro, quindi, cercheremo di fornire un contributo per rispondere ad alcune domande, quali: chi sono i nuovi migranti, come vivono? Che lavoro fanno questi giovani, e meno giovani, italiani appena arrivati in Argentina? Quali legami e relazioni ci sono tra i nuovi arrivati e i migranti delle generazioni precedenti? Qual è il profilo educativo, socioeconomico e familiare? Infine, perché negli ultimi anni hanno deciso di lasciare uno dei paesi più industrializzati del pianeta per tentare la sorte in una terra lontana che ha cessato da decenni di essere la promessa di prosperità che era pur stata per tanti loro connazionali?
I pochi studi esistenti fino a oggi hanno posto la questione della nuova mobilità in Argentina con approcci diversi e con diversi tipi di fonti di dati. Sia con fonti qualitative (analisi di blog, articoli di giornale, social network, interviste) che con fonti quantitative secondarie (statistiche degli insediamenti in Argentina, saldi migratori delle statistiche ufficiali italiane, ecc.). In uno dei primi lavori su questo tema, Luciano Gallinari analizza i diari dei viaggiatori italiani in Argentina a partire dall’Ottocento, le relazioni dei corrispondenti italiani in Argentina fino a giungere a prendere in considerazione il contenuto dei testi dei blog di italiani che hanno solo progettato o effettuato una migrazione in Argentina. Tra le conclusioni del suo studio, Gallinari evidenzia che le stesse critiche alle cronache dei viaggiatori in Argentina dell’Ottocento potrebbero anche essere applicate, oltre un secolo dopo, a utenti di blog che di solito forniscono descrizioni sulla realtà sociale, economica e culturale argentina dopo aver vissuto nel paese solo per brevi soggiorni o che tracciano un panorama generale del paese avendone conosciuto solo la capitale (Gallinari, 2012).
Adriana Bernardotti, dopo aver indagato attraverso interviste a giovani italiani sulle motivazioni del trasferimento in Argentina nel contesto della crisi economica italiana, sottolinea che la necessità di trovare lavoro non è stata la ragione principale considerata dagli intervistati (Bernardotti, 2012). Tra i motivi per lasciare il paese di origine compilati dall’autrice, questi giovani hanno dichiarato di cercare in Argentina nuove prospettive di crescita o di sfida personale. In alcuni casi il viaggio in Argentina è stato addirittura considerato come un modo di assumere un impegno politico. L’autrice ha inoltre riscontrato nelle sue interviste una certa riluttanza degli intervistati a considerarsi «migranti» e una preferenza a definirsi «viaggiatori», anche tra i giovani professionisti che hanno rinunciato a lavori stabili in Italia (Bernadotti, 2015).
María Soledad Balsas, in un lavoro descrittivo basato su fonti secondarie, analizza il fenomeno degli emigranti dall’Italia all’Argentina ed ha rilevato che entro il 2014 si è verificata una crescita relativa rispetto alle richieste di residenza degli anni precedenti. La stessa autrice, analizzando le dichiarazioni di questi emigranti tratte da internet, ha riscontrato che non solo i giovani emigrano, ma a emigrare sono anche anziani pensionati. Tra le motivazioni a emigrare rileva la presenza di argentini che emigrarono in Italia, il ricordo di italiani emigrati in Argentina in flussi precedenti e anche la crescente internazionalizzazione dell’offerta formativa (post) universitaria, fatto che costituisce un ulteriore motivo a lasciare l’Italia, almeno temporaneamente (Balsas, 2015). In un altro articolo Balsas, dopo aver tracciato un panorama basato sui dati ufficiali dei movimenti tra Italia e Argentina, sottolinea le incongruenze tra le fonti statistiche in entrambi i paesi nonché la necessità di nuove ricerche che possano dare un resoconto più completo e affidabile del profilo dei nuovi arrivati dei quali, naturalmente, le fonti ufficiali non forniscono informazioni (Ibid.).
Tabella 1. Dimensione e composizione della popolazione non autoctona dell’Argentina secondo il paese di nascita 1869-2010 in % sulla popolazione totale
Paese di nascita | 1869 | 1895 | 1914 | 1947 | 1960 | 1970 | 1980 | 1991 | 2001* | 2010* |
Confinanti | 19,7 | 11,5 | 8,6 | 12,9 | 17,9 | 24,1 | 39,6 | 52,1 | 60,3 | 68,9 |
Spagna | 16,2 | 19,7 | 35,2 | 30,8 | 29,9 | 23,3 | 19,7 | 13,8 | 8,8 | 5,2 |
Italia | 34,0 | 49,1 | 39,4 | 32,3 | 31,2 | 28,8 | 25,7 | 20,0 | 14,1 | 8,2 |
Altri non confinanti | 30,1 | 19,7 | 16,8 | 24,0 | 21,9 | 23,8 | 15,0 | 14,1 | 16,8 | 17,7 |
Totale % | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 |
Valori Assoluti | 210.330 | 1.006.838 | 2.391171 | 2.435.927 | 2.604.447 | 2.210.400 | 1.903.159 | 1.615.473 | 1.531.940 | 1.805.957 |
Fonte: Indec (1997) «La migración internacional en la Argentina: sus características e impacto». Serie Estudios 29. Buenos Aires.
* Calcolo proprio basato sui dati dei censimenti nazionali del 2001 e del 2010.
Italiani «nuovi arrivati» descritti da epica
Fenomeno quantitativamente e qualitativamente diverso dai grandi flussi dei periodi precedenti, la nuova mobilità in Argentina è stata analizzata attraverso un approccio quantitativo con la «Encuesta de Presencia Italiana Contemporanea en Argentina» (epica)3 e sviluppata dal Laboratorio di Idee Italia Argentina (lia)4.
Come già notato, lo storico argentino Tulio Halperín Donghi, ha concluso la sua riflessione sull’approccio allo studio della migrazione italiana in Argentina, rivelando come tale migrazione sia «onnipresente e sfuggente». Nonostante l’enorme sfida implicita nella frase di Halperín Donghi, il sostantivo «presenza», che è parte della denominazione dell’indagine «epica», rappresenti sia una sorta di tributo implicito allo storico, che un riconoscimento della difficoltà sottolineata dall’autore. Al di là delle riflessioni teorico-concettuali e degli importanti dibattiti disciplinari generati dallo studio delle migrazioni in Argentina5, le difficoltà oggettive più immediate nell’intraprendere epica sono state sia la frammentazione delle informazioni disponibili sia il mancato aggiornamento dei dati dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (aire), che è il prodotto, tra altre cause, di varie strategie e opzioni di gran parte degli italiani all’estero. Altre difficoltà riguardano l’opzione metodologica di intraprendere uno studio quantitativo. Rispetto agli studi qualitativi, essi offrono contributi preziosi data la profondità tematica consentita da tecniche di approccio che si avvalgono del racconto delle storie personali dei migranti, delle interviste o dell’analisi di testi scritti da soggetti diversi e possono dare conto di tendenze più generali e fornire conoscenze aggiuntive. Tuttavia, proprio per la loro ricchezza tematica, possono presentare come controparte il rischio, sempre presente per il ricercatore e per il lettore, di prendere il tutto per la parte, ovvero di giungere a conclusioni generali a partire da casi isolati o situazioni particolari. Gli studi quantitativi, specialmente con universi di studio specifici, non sono privi di difficoltà, soprattutto relativi alla costruzione di un campione a partire da una base informativa limitata e frammentaria. Tuttavia, l’obiettivo principale di epica è stato quello di fornire informazioni con caratteristiche discretamente misurabili sui «nuovi arrivati» che non possono essere rilevate dalle statistiche ufficiali sulla migrazione. Infatti, poter avere informazioni a partire da una unica fonte riguardo il livello di scolarizzazione in Italia e Argentina, la composizione familiare, la distribuzione territoriale, l’inserimento lavorativo, tra le tematiche più o meno oggettive, possono essere solo ottenute da uno studio ad hoc, nonché attraverso l’indagine su altri temi di natura più soggettiva – trattati in epica con domande aperte – su esperienze personali di vita in Argentina, come ad esempio le modalità del primo supporto per la sistemazione, l’adeguatezza delle competenze professionali per i lavori svolti nel paese, i costumi adottati o le prospettive sul futuro6.
Infine, la ricerca effettuata con epica, che è la prima indagine sociodemografica di questo tipo in Argentina, si è proposta di indagare quantitativamente le dimensioni tematiche non disponibili in altre fonti sugli italiani che si sono inseriti in modo stabile in Argentina dall’anno 2000. I dati inediti qui riportati sono integrati da alcuni risultati preliminari già presentati in seminari e convegni specialistici sull’argomento7.
Metodologia
epica è basata sulla raccolta di informazioni sociodemografiche e sulle aspettative dei migranti, realizzata con un questionario anonimo online tra la fine del 2015 e l’inizio del 2017, applicato a un campione non probabilistico di persone nate in Italia e giunte in Argentina dopo l’anno 2000 per stabilirvisi.
Sono stati ottenuti 164 casi effettivi che hanno risposto alle domande organizzate secondo i seguenti blocchi tematici:
– Dati sociodemografici: età, sesso, luogo di residenza, abitazione (se è di proprietà o in affitto), nazionalità, cittadinanza
– Famiglia: composizione del nucleo familiare, stato civile, figli (italiano/argentino), copertura sanitaria
– Istruzione: livello di istruzione conseguito in Italia, livello di istruzione conseguito in Argentina, specializzazione, convalida dei titoli di studio italiani in Argentina
– Caratteristiche del lavoro: tipo di occupazione, condizione dell’attività economica, inserimento professionale in Argentina, livello di qualificazione professionale
– Esperienza migratoria e vita in Argentina: traiettoria migratoria, prospettive migratorie future, opinioni positive e negative sul paese di residenza e aspettative, possibilità di rientro in Italia.
La comunicazione e diffusione dell’indagine è stata realizzata con diversi mezzi: social network, materiale grafico di diffusione (cartaceo e digitale), mailing alle organizzazioni della società civile, della comunità e delle istituzioni italiane a Buenos Aires.
Il contesto degli ultimi due decenni
Secondo la Direzione nazionale per la migrazione dell’Argentina, gli italiani sono classificati al 14° posto tra le nazionalità che hanno richiesto la loro residenza nel paese nel 2015. Nel 2012 hanno occupato il secondo posto, dopo i migranti cinesi, tra i richiedenti di residenza permanente provenienti da paesi non confinanti (Dirección Nacional de Migraciones, 2015).
Dai dati ufficiali a oggi disponibili rappresentati nella figura 1 si evince che la domanda ufficiale di residenza in Argentina è cresciuta costantemente nel corso degli anni 2000, con un aumento soprattutto dal 2009. Il picco delle domande si è verificato nel 2014 con 2.169 «richieste di residenza» avviate, che però calano notevolmente l’anno successivo con 954 casi. Osservando le residenze concesse si può notare che i volumi sono regolarmente inferiori, ma con un’analoga tendenza ad aumentare nel tempo, essendo il valore più alto nel 2015 con 973 residenze concesse. Le statistiche disponibili non mostrano casi tra il 2016 e il 2017 e l’ultimo valore disponibile – qualcosa di meno del valore massimo del 2015 – è presentato nel 2018 con 785 residenze concesse. Ipotizzando forse l’effetto dello scoraggiamento a proseguire le procedure talvolta farraginose o ad abbandonarle, queste cifre possono essere prese come valide in prima approssimazione del momento di maggior auge e stabilizzazione dell’arrivo degli italiani a stabilirsi nel paese nell’ultimo decennio, così come il dato sulla presenza probabilmente di un numero di migranti maggiore rispetto a quello registrato, dato il mancato rigore della legislazione argentina sull’immigrazione per penalizzare la residenza nel paese oltre il periodo consentito dalla legge. La situazione pandemica di covid-19 nel 2021 e le conseguenze ancora aperte, pone nuove domande su tali tendenze.
Figura 1. Richieste di residenza presso la Direzione Nazionale della Migrazione dell’Argentina per stato della pratica, 2004-2018, valori assoluti
Fonte: elaborazione propria basata su dati della Direzione Nazionale delle Migrazioni della Repubblica Argentina (www.argentina.gob.ar/interior/migraciones/estadisticas) Febbraio 2021
Profilo demografico e familiare
Esaminando la struttura per età e sesso degli italiani di recente insediamento in Argentina si nota che poco più della metà aveva, al momento dell’indagine, un’età compresa tra i 25 ei 39 anni. La fascia di età di cinque anni con il maggior volume è quella che va dai 30 ai 34 anni con predominanza maschile. Le donne costituiscono la maggioranza del gruppo tra i 45 ei 54 anni (30%) (figura 2).
Figura 2. Struttura per sesso e classe di età e sesso dei nuovi residenti italiani intervistati, valori in %
Fonte: epica, 2017
La figura 3 mostra che il 42% degli italiani intervistati giunti in Argentina negli ultimi anni era single, mentre il 37% era sposato al momento dell’indagine. Il 10% ha dichiarato un’unione o convivenza di fatto.
Figura 3. Nuovi residenti italiani per stato civile
Fonte: epica, 2017
Al momento dell’indagine, tra coloro che hanno un coniuge o convivente, l’88% si è sposato o convive con un cittadino argentino. Mentre il 37% degli italiani giunti negli ultimi anni ha dichiarato di avere figli. Di questi il 72% è nato in Argentina.
La metà degli intervistati con prole aveva due figli, il 40% dichiarava di avere un solo figlio al momento dell’indagine (Figura 4).
Figura 4. Nuovi residenti italiani per numero di figli
Fonte: epica, 2017
Luogo di origine e luogo di residenza in Argentina
Per quanto riguarda il luogo di origine, la figura 5 7 mostra che gli italiani stabilitisi in Argentina negli ultimi anni provengono da quasi tutte le regioni d’Italia. Tra queste spiccano Lombardia (20%) Lazio (12%) ed Emilia-Romagna (8%).
Figura 5. Nuovi residenti italiani per regione di nascita, valori in %
Fonte: epica, 2017
A differenza degli imponenti flussi migratori del passato, dove in ogni periodo storico la prevalenza di migranti provenienti dal Sud o dal Nord era marcata, la figura 6 evidenzia che sebbene l’area principale di origine dei migranti sia il Nord, la presenza di italiani del Sud e del Centro della penisola è anche essa rilevante.
Figura 6. Nuovi residenti italiani per area geografica di provenienza
Fonte: epica, 2017
La distribuzione territoriale dei nuovi arrivati intervistati rivela che quasi l’80% si è insediato nell’Area Metropolitana di Buenos Aires, che è l’area che comprende la città di Buenos Aires, capitale del paese, e le località che la circondano, ovvero il Gran Buenos Aires. Sono stati registrati comunque casi anche nell’interno della provincia di Buenos Aires (8%) e in altre province dell’Argentina come Santa Fe e Mendoza, tra le altre (figura 7).
Figura 7. Nuovi residenti italiani secondo la provincia in cui risiedono, valori in %
Fonte: epica, 2017
Osservando i quartieri della capitale argentina in cui si sono stabiliti gli italiani, si può notare, indipendentemente dalle percentuali, che c’è una significativa dispersione. I volumi relativi più elevati si verificano nei quartieri di Palermo (20%), Recoleta (13%), Almagro (9%) e Caballito (8%). Quartieri abitati da fasce sociali medie e medio-alte dove si concentra quasi la metà degli italiani intervistati. Tuttavia, è interessante notare che l’altra metà è distribuita in quasi tutti i quartieri delle diverse aree della città (figura 8).
Figura 8. Nuovi residenti italiani per quartiere della Città Autonoma di Buenos Aires, valori in %
Fonte: epica, 2017
Per quanto riguarda i residenti nelle città del Gran Buenos Aires, sebbene rappresentino una percentuale minore (12%), la dispersione della distribuzione geografica è considerevole (figura 9).
Figura 9. Nuovi residenti italiani per residenza nella città del Gran Buenos Aires, valori in %
Fonte: epica, 2017
Mobilità e viaggi in Argentina
Questa sezione analizza le ragioni che gli intervistati hanno fornito riguardo alla loro decisione di vivere in Argentina, le fonti di sostegno e la natura dell’aiuto ricevuto – per coloro che lo hanno avuto – per la prima sistemazione. Viene anche rivista la precedente esperienza migratoria degli italiani prima del loro arrivo in Argentina.
Dato che l’indagine sulle motivazioni a vivere in Argentina è stata condotta attraverso domande aperte, le risposte sono state codificate secondo grandi categorie rappresentative di quanto espresso dagli intervistati8.
Dal raggruppamento delle risposte è emersa la distribuzione rappresentata nella figura 10.
Il gruppo di risposte che hanno fatto riferimento all’insediamento in Argentina con motivazioni principalmente legate al lavoro, sia per la ricerca di lavoro sia perché avevano già qualche forma di assunzione, è il più significativo (38%). Un’altra serie di motivazioni rispondeva alla vicinanza culturale e all’empatia con l’idiosincrasia argentina («mi sono sempre sempre trovato bene»; «con grandi affinità con la cultura argentina in generale»; «voglio approfondire lo studio del tango»).
Un altro gruppo di risposte è costituito da chi si è recato in Argentina per aver fatto parte di una coppia mista (uno dei coniugi italiani e l’altro argentino) o per motivazioni sentimentali («marito argentino», «motivo sentimentale», «fidanzata»).
Figura 10. Nuovi residenti italiani per motivi di insediamento in Argentina
Fonte: epica, 2017
Anche la formazione accademica e/o lo sviluppo della professione costituiscono un gruppo ricorrente di risposte (12%). Altre motivazioni familiari e la necessità di cercare una nuova vita («conoscere il paese», «per reinventarmi»), identificano il 18% dei casi. I riferimenti alla stanchezza del contesto sociale e alla crisi economica in Italia, anche se in percentuale minore (6%), sono stati molto espliciti («scappare dall’Italia», «non sopportavo più vivere in Italia»; «hanno chiuso il 70 % dei miei clienti»).
Dette motivazioni e decisioni di vivere in Argentina sono maturate in larga misura in Italia (51%) e in misura minore in Argentina (23%, figura 11).
L’idea di emigrare è solitamente motivata da influenze o consigli di persone più o meno vicine. Alla domanda sulle ragioni della scelta, il 29% degli italiani giunti in Argentina ha affermato che si trattava di una decisione personale. Il 19% ha risposto di essersi consultato con il proprio partner. Il 13% si è stabilito in Argentina per trasferimento per lavoro e il 10% per motivi di studio (figura 12).
Figura 11. Luogo in cui è maturata la scelta di trasferirsi in Argentina
Fonte: epica, 2017
Figura 12. Nuovi residenti italiani secondo le modalità con le quali hanno deciso di stabilirsi in Argentina
Fonte: epica, 2017
Alla domanda sull’anno in cui si sono stabiliti in Argentina (figura 13), il 17% ha indicato il periodo tra il 2007 e il 2008.
A partire dal 2010 si è verificato un trend in costante aumento negli arrivi di italiani. Questi dati sono apprezzabilmente coerenti con le informazioni presentate nella Figura 1 sulle residenze concesse dalla Direzione Nazionale Migrazioni.
Figura 13. Nuovi residenti italiani secondo l’anno di residenza stabile in Argentina, valori in %
Fonte: epica, 2017
L’85% degli intervistati tramite epica per la prima sistemazione ha ricevuto aiuto da amici o familiari sia in Italia che in Argentina. Il 15% non ha ricevuto sostegno da altre persone (figura 14).
Figura 14. Nuovi residenti italiani secondo le persone che hanno sostenuto la loro sistemazione in Argentina
Fonte: epica, 2017
Sono state poste domande aperte anche sul tipo di sostegno ricevuto per la sistemazione in Argentina. Sebbene sia difficile o comunque artificioso distinguere in categorie le forme di aiuto ricevuto, molte delle quali sono elencate insieme, sono state qui raggruppate secondo la terminologia più esplicita delle risposte e l’ordine in cui sono comparse nella risposta (figura 15).
Figura 15. Tipologia di aiuti ricevuti per la sistemazione in Argentina
Fonte: epica, 2017
Nel 40% dei casi il principale aiuto ricevuto dagli italiani giunti in Argentina negli ultimi anni è stato la disponibilità dell’alloggio. Forme di sostegno all’adattamento, sotto forma di consigli e vari orientamenti, sono state menzionate nel 20% dei casi. Il supporto affettivo ed emotivo è stato considerato il principale dal 15% degli intervistati. Allo stesso tempo, le citazioni su aiuti per specifiche procedure burocratiche o «logistiche» hanno coinvolto il 12% delle risposte. L’aiuto economico, oppure l’aiuto per trovare un lavoro, stabilire contatti o entrare a far parte di nuove reti ha rappresentato il 13%.
Due terzi degli italiani giunti in Argentina hanno avuto altre esperienze fuori dall’Italia, avendo vissuto in molti paesi, sia europei che di altri continenti. Uno su quattro ha vissuto in precedenza in Spagna. L’11% è stato in Africa e in Asia (figura 16)
Figura 16. Paesi delle precedenti esperienze di vita fuori dall’Italia
Fonte: epica, 2017
Scolarizzazione
Questa sezione esaminerà il livello di istruzione degli italiani residenti in Argentina in relazione alla formazione scolastica e accademica in Italia e Argentina.
La figura 17 evidenzia che il 70% degli intervistati possiede una laurea. Il 25% ha un diploma di scuola elementare, media o delle superiori.
Figura 17. Livello di istruzione raggiunto in Italia
Fonte: epica, 2017
Oltre la metà dei laureati ha dichiarato che la laurea è valida in Argentina mentre il 35% ignora se il titolo italiano sia valido nel paese (figura 18).
Figura 18. Nuovi residenti italiani secondo la situazione del titolo accademico italiano
Fonte: epica, 2017
Il 45% degli italiani stabilitisi negli ultimi anni ha avuto o ha un’esperienza di studio in Argentina (figura 19).
Figura 19. Nuovi residenti italiani secondo gli studi effettuati in Argentina
Fonte: epica, 2017
Gli studi effettuati in Argentina sono il 61% a livello post-laurea. Poco più del 20% ha frequentato gli studi universitari in Argentina (figura 20).
Figura 20. Nuovi residenti italiani per livello di istruzione raggiunto in Argentina
Fonte: epica, 2017
Il lavoro
Confrontando la situazione occupazionale in Italia e in Argentina, il 54% ha dichiarato di aver lavorato in Italia prima di arrivare in Argentina, mentre rispondendo riguardo alla propria situazione in Argentina, il 76% ha dichiarato di avere un lavoro.
Il 45% degli italiani che lavorava ha ottenuto il lavoro in Argentina inviando il proprio CV o inoltrando domande. Un quarto lo ha ottenuto tramite referenze o raccomandazioni professionali, mentre il 23% ha svolto il proprio lavoro tramite amici o conoscenti in Argentina (figura 21).
Figura 21. Nuovi residenti italiani per modalità di conseguimento del lavoro
Fonte: epica, 2017
Un terzo degli intervistati che ha lavorato ha dichiarato di avere più di un posto di lavoro in Argentina.
Poco più della metà ha dichiarato di avere un contratto a tempo indeterminato, mentre il 26% ha un contratto a tempo determinato (figura 22).
Figura 22. Nuovi residenti italiani secondo la durata del contratto di lavoro
Fonte: epica, 2017
Circa il 40% degli italiani lavora in un’azienda del settore privato in Argentina. Il 18% sono lavoratori autonomi. Il 15% sviluppa un lavoro nel settore pubblico argentino e il 9% in un’istituzione pubblica italiana (figura 23).
Figura 23. Nuovi residenti italiani per categoria e settore economico di attività
Fonte: epica, 2017
Tre quarti degli intervistati ritengono che il lavoro che svolgono in Argentina sia in linea con le proprie qualifiche professionali, mentre il 22% afferma di svolgere un lavoro al di sotto delle proprie qualifiche (figura 24).
Figura 24. Livello di corrispondenza tra qualifica professionale e posizione lavorativa
Fonte: epica, 2017
Mentre il 60% degli italiani giunti in Argentina hanno accumulato negli ultimi anni contributi pensionistici, un terzo di loro non ha contributi pensionistici né in Italia né in Argentina (figura 25).
Figura 25. Nuovi residenti italiani secondo il contributo pensionistico
Fonte: epica, 2017
Per quanto riguarda la disponibilità di qualche copertura medica, il 45% degli intervistati aveva un’assicurazione medica attraverso il proprio lavoro, mentre il 21% non aveva alcun tipo di assicurazione medica (figura 26).
Figura 26. Nuovi residenti italiani e copertura sanitaria
Fonte: epica, 2017
Vita sociale e legami con l’Italia
Questa sezione esamina alcune risposte degli intervistati epica sulla loro vita sociale, il loro rapporto con l’Italia e le loro prospettive di ritorno in Italia.
La figura 27 evidenzia che circa un terzo degli italiani giunti in Argentina negli ultimi anni fa parte di qualche gruppo – formale o informale – composto da connazionali. Allo stesso tempo, il 45% di loro ha affermato di non conoscere alcun gruppo di questo tipo.
Figura 27. Legami con gruppi di italiani in Argentina
Fonte: epica, 2017
In relazione al legame con l’associazionismo, è nota la distanza dei giovani italiani dell’ultima ondata con le vecchie associazioni di immigrati italiani. L’indagine rivela dati concreti che riguardano questo aspetto. Sebbene quasi il 40% affermi di conoscere un’associazione, non ne fa parte. Più della metà (53%) ha dichiarato di non conoscerle o di non farne parte e solo l’8% ha dichiarato di far parte di un’associazione della vecchia emigrazione (figura 28).
Figura 28. Nuovi residenti italiani secondo i legami con le associazioni italiane delle generazioni precedenti
Fonte: epica, 2017
Per quanto riguarda i ritorni/visite in Italia, dopo la loro sistemazione in Argentina, la metà degli intervistati è tornata in Italia da una a quattro volte. Il 17% al momento dell’indagine non era rientrato in Italia (figura 29).
Figura 29. Nuovi residenti italiani secondo il numero di ritorni in Italia, valori in %
Fonte: epica, 2017
Poco più della metà degli intervistati ha dichiarato di comunicare con l’Italia almeno una volta alla settimana, mentre il 41% lo ha fatto almeno una volta al giorno (figura 30).
Figura 30. Frequenza di comunicazione con l’Italia dei nuovi residenti italiani
Fonte: epica, 2017
Tra i motivi per comunicare con l’Italia, prevale (67%) il contatto con la propria famiglia. Il 24% comunica con i propri amici (24%) (figura 31).
Figura 31. Nuovi residenti italiani per motivo di comunicazione con l’Italia
Fonte: epica, 2017
L’idea di permanenza o insediamento «definitivo» in Argentina, in un’epoca di comunicazioni globali, reversibilità della migrazione e flessibilità della mobilità territoriale, sembra essere abbastanza difficile da sostenere. Di fronte a una domanda sulle prospettive di permanenza in Argentina nel futuro, le risposte intermedie, dubbiose e incerte sembrano segnare la visione dei nuovi arrivati, quando si esamina la loro situazione personale. Meno del 10% considera esplicitamente la loro permanenza come «definitiva». Il 21% lo considera «abbastanza definitiva», mentre il restante 70% ha optato per risposte che mostrano un orizzonte più diffuso e decisioni ancora poco chiare. L’incertezza sembrava dominare più della certezza nelle risposte. Il 32% ha stimato che il loro soggiorno in Argentina sarebbe stato «per un lungo periodo», il 20% ha considerato di rimanere in Argentina per un periodo di tempo limitato e un altro 19% semplicemente non aveva ancora deciso (figura 32).
Figura 32. Nuovi residenti italiani per prospettiva di residenza in Argentina
Fonte: epica, 2017
Conclusioni
Dopo questa rassegna sulle principali dimensioni tematiche di epica riguardanti la nuova mobilità degli italiani giunti in Argentina, possiamo trarre alcune conclusioni.
Gli uomini e le donne che sono giunti in Argentina negli ultimi due decenni sono in proporzione simile. Si tratta di persone di età relativamente giovane, ma vi è anche una quota di persone meno giovani. Molti di loro sono emigrati nell’ambito di progetti condivisi da coppie di nazionalità miste, altri motivati da progetti di lavoro e professionali, da un desiderio di cambiamento di vita, da opportunità di formazione accademica o per allontanarsi da un contesto sociale ed economico italiano che in alcuni casi è stato descritto dagli intervistati come opprimente.
Sulla base dei dati qui presentati, si possono evidenziare alcune conclusioni che li legano, e allo stesso tempo li differenziano, rispetto alla vecchia migrazione degli italiani in Argentina. Da un lato, la globalizzazione dell’economia e la fluidità delle comunicazioni rendono più facile mantenere in contatto persone provenienti da diverse parti del pianeta, il che dà rilevanza all’unificazione delle coppie miste come causa di migrazione. A differenza dei tempi precedenti in cui la separazione e il ricongiungimento familiare, anche come obiettivo delle politiche migratorie, avvenivano principalmente nelle coppie di uguale nazionalità.
D’altra parte, l’emigrazione, per motivi di lavoro o crisi economica nel paese di origine, continua a essere un fattore di grande rilevanza. Nonostante le differenze degli italiani giunti più recentemente, rispetto ai loro predecessori l’emigrazione per motivi economici continua a essere un elemento che li accomuna. Risposte come «la crisi in Italia» e «lavoro» hanno rappresentato il 42% delle principali motivazioni all’emigrazione.
Un altro fattore comune che abbiamo potuto osservare, nonostante le grandi differenze quantitative e qualitative tra la nuova e l’antica migrazione, è l’importanza del supporto per trovare un’abitazione come principale aiuto nel primo insediamento nel paese (40% dei casi)9.
Vale anche la pena sottolineare, come dato di interesse, l’importanza esplicita del «supporto emotivo e psicologico» da parte di amici e familiari come principale aiuto ricevuto in Argentina (15% dei casi).
Esitazione e incertezze sembrano essere alla base delle risposte degli italiani sulle loro prospettive future nella nuova destinazione. Solo il 9% ha dichiarato che la loro sistemazione in Argentina sarebbe stata «definitiva». Indubbiamente, incertezze legate al momento storico attuale che superano il contesto argentino. Inoltre, le ricorrenti crisi economiche e sociali nel paese possono solo aggravare l’imprevedibilità o rendere difficile la pianificazione dei progetti in termini più o meno chiari. L’emergere della pandemia covid-19 in tutto il mondo ha accentuato la crisi economica preesistente in Argentina.
Che cosa fanno e che ne è stato di questi italiani giunti da poco? Conosciamo in modo approssimativo e frammentario il desiderio o la possibilità concreta di un ritorno in Italia e anche la permanenza e l’insediamento di alcuni di loro. Giornalisti, ristoratori, professionisti, artisti, ricercatori... Molti rimangono nel paese e riescono a far fronte alle difficoltà poste dalla (nuova) crisi argentina.
Il prossimo censimento della popolazione argentina previsto nel 2021 potrà fornire informazioni quantitative non esaustive, ma indubbiamente più accurate su di loro e sulla loro situazione nel paese.
La crisi attuale, accresciuta dalla pandemia covid-19, fa sì che i figli e i nipoti di vecchi immigrati considerino nuovamente la possibilità di emigrare. Il passaporto italiano e talvolta la padronanza di un’altra lingua – raramente l’italiano – sono la chiave che porta gli italo-argentini a guardare all’Europa o agli Stati Uniti, a volte come destinazioni specifiche, altre come fantasie ricorrenti.
Infine, italoargentini e nuovi arrivati, in gran parte coetanei con caratteristiche sociali e culturali molto simili, sembrano far parte di un movimento ciclico nuovo e postmoderno che, come la metafora delle maree, attraversa la lunga storia migratoria tra Italia e Argentina.
Note
1 Realizzato dal Laboratorio Idee Italia Argentina con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Argentina, e con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura, dell’Università di Bologna, sede di Buenos Aires, comites di Buenos Aires e il Centro Umbro di Buenos Aires. Il progetto epica è stato coordinato dall’autore di questo articolo.
2 Si veda a questo propósito la nota bibliográfica.
3 Progetto che ha avuto il patrocinio dall’Ambasciata d’Italia in Argentina durante il mandato della Dott.ssa Teresa Castaldo e in seguito dal Dott. Giuseppe Manzo.È stato sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura, dai comites di Buenos Aires, dall’Universitá di Bologna sede Buenos Aires e dal Centro Umbro Buenos Aires.
4 Gruppo di lavoro volontario e autogestito promosso dall’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires costituito da giovani professionisti italo-argentini. Al progetto epica hanno partecipato: Nicolás Debernardi, María Inés Tarelli, Enrica Campogiani, Ariel Lucarini, Maximiliano Marzetti, Antonela D´Elia, Paola Calcerano, Antonela Gentile, Maxi Manzo, Giuseppe Messina, Andrea Bonzo, Dario Cassani, Diego Podesta, Giorgio Zamboni, Daniele Franco, Sofia Acotto e Andrea Pedemonte.
5 Mentre Halperín Donghi ha espresso i suoi dubbi sullo studio della migrazione come disciplina in sé, come se fosse «un soggetto bello ma falso», Gino Germani, padre della sociologia moderna in Argentina, ha trovato nella migrazione un fattore chiave per comprendere le dinamiche e la struttura del servizio sociale argentino (Devoto, 2003).
6 Per ragioni di spazio, solo alcuni di esse verranno discusse in questo lavoro.
7 Alcuni risultati preliminari sono stati presentati nel Seminario Migrações internacionais no século 21. Observatorio das Migrações em Sao Paulo. unicamp / comites San Paolo. Campinas, Brasile. 22 novembre 2016. I risultati successivi sono stati presentati alle Jornadas internacionales Desafíos actuales en la investigación social sobre Italia en la Argentina. ides/conicet. Buenos Aires 28 y 29 de Marzo 2019.
8 La domanda del questionario era: «Indicare brevemente le principali ragioni per cui hai deciso di stabilirti in Argentina».
9 Una notevole somiglianza nelle percentuali di un’indagine sugli emigranti umbri a Buenos Aires mostra che il 41% di loro, arrivati principalmente nel dopoguerra, ha soggiornato «a casa di parenti» (Lucarini 2008, p. 47).
Nota bibliografica
Lo studio classico della migrazione italiana in Argentina (Devoto e Rosoli, 2000) pubblicato nel 1985, presenta articoli che trattano questa materia utilizzando gli strumenti propri di varie discipline quali la demografia, l’economia, la storia o la sociologia. Altre compilazioni indagano il fenomeno migratorio lungo il suo manifestarsi per varie decadi (Devoto e Rosoli, 1988; Devoto, 1991; Rosoli, 1993a). Altre importanti opere sono incentrate sulle grandi periodizzazioni storiche delle migrazioni: Un secolo di emigrazione Italiana 1876-1976 (Rosoli, 1978), Storia degli italiani in Argentina (1835-1920) (Nascimbene, 1987), L’Argentina degli italiani (Giuliani-Balestrino, 1989); Historia de los italianos en Argentina di Devoto (2006) e la monumentale Italia y América (Albónico e Rosoli, 1994) che esamina la storia sociale, politica, economica e culturale della presenza italiana nel «nuovo mondo» a partire dal 1492. Inoltre, riviste specializzate come Estudios Migratorios Latinoamericanos o Altreitalie, hanno dedicato una costante attenzione al fenomeno della migrazione italiana nel paese.
Tra i temi specifici che appartengono all’universo del fenomeno migratorio, alcuni lavori hanno esaminato quello dell’associazionismo delle diverse comunità italiane approdate in Argentina sorto nel periodo delle migrazioni di massa (Devoto, 2000; Prislei, 1987; Bernasconi, 1988 e 1993; Cibotti, 1988; Fernández, 1993; Galassi, 2019). Nel solco di questa linea di studio è stato considerato il ruolo svolto dagli italiani nella leadership della comunità e della sfera locale in cui vivevano nonché nella formazione delle organizzazioni imprenditoriali (Devoto e Fernández, 1988; Barbero, e Felder, 1987 e 1988; Silberstein, 1993), il ruolo delle scuole italiane fondate dalle mutue associazioni della comunità in Argentina (Favero, 2000; Silberstein, 1985 e 1988), o il ruolo delle congregazioni e dei gruppi religiosi nella migrazione italiana nel paese (Rosoli, 2000; Bernasconi, 1990 e 2001; Devoto, 1990; Zaros, 2019). Un’altra serie di studi si è focalizzata sugli approcci empirici, esaminando la migrazione italiana in Argentina nei suoi aspetti sociodemografici (Cacopardo e Moreno. 2000; Da Rosa, 1988; Silberstein, 1992), sul comportamento matrimoniale della comunità (Pagano, e Oporto, 1988; Silberstein, 1992 e 1994; Miguez, e Rosoli, 1993), sul ruolo della famiglia nell’emigrazione (Cacopardo e Moreno, 1994) e sugli aspetti economici chiave della grande migrazione, come le rimesse degli italiani in Argentina (Da Rosa, 2000) o le cause economiche di tale migrazione (Sori, 2000).
Le relazioni diplomatiche tra Argentina e Italia sono state altresì oggetto di analisi (Olivieri, 1987; Rosoli, 1988 e 1993b; Bertonha, 2001). Da parte italiana si evidenzia il lavoro di Sori (2004), che raggruppa le pratiche e le norme che hanno governato le politiche migratorie italiane dopo l’unità nazionale fino all’esaurimento dei flussi migratori, mentre per il caso argentino Devoto (2001) analizza i cambiamenti e continuità della legislazione sull’immigrazione lungo i successivi governi. Anche l’attivismo politico degli italiani ha attirato l’attenzione degli studiosi (Gabaccia, 1992; Ostuni, 2000; Cattarulla, 2007 e 2009; Scarzanella, 2007; Blengino, 2007).
Un altro ambito di studi si è occupato di aspetti più simbolici e soggettivi che riguardano la percezione degli italiani da parte della popolazione locale e delle élite politiche e intellettuali argentine (Armus, 2000); del ruolo svolto dai primi italiani dalla «Rivoluzione di maggio» del 1810 (Devoto, 1992), della rappresentazione della migrazione italiana nella stampa argentina (Lucarini, 2019) e nella stampa italiana in Argentina (Sforza, 2019), della la presenza italiana nei cimiteri argentini (Castiglione, 2019) è dei dibattiti sull’integrazione socio-culturale degli italiani e sul loro ruolo nel plasmare l’identità culturale del paese. Halperín Donghi (2000) ha evidenziato, con una formula tanto lucida quanto breve, il carattere «onnipresente e sfuggente» della cultura italiana in Argentina. Altri autori hanno effettuato analisi comparative esaminando altre mete tradizionali dell’emigrazione italiana come, per esempio, gli Stati Uniti (Baily, 1985 e 1998).
Tra gli specialisti della migrazione italiana è stato affrontato anche il problema del suo approccio metodologico e concettuale (Cacopardo e Moreno, 1992 e 1993), la ricchezza e le potenzialità delle varie fonti di dati per il suo studio (Silberstein, 1996; Favero, 1993), o la questione della «scala» o unità geografica utilizzata negli studi sulla migrazione (Devoto, 1998). L’interesse ad affrontare il fenomeno migratorio da una prospettiva regionale è riscontrabile nelle ricerche sulla corrente migratoria piemontese verso l’Argentina (Corti, 1997) e, dalla metà degli anni 2000, su quella della comunità umbra di Buenos Aires (Lucarini, 2008), dei Toscani di Mar del Plata (Gil, 2007), dei Marchigiani (Cecchini, 2006), degli Emiliani-Romagnoli (Gambi, 2008; Canovi, 2009).
Alcuni studi si sono concentrati anche su esperienze personali e su storie familiari di migrazione, documentate con lettere e fotografie (Ceva, 2005), o sulla trasmissione e trasformazione di pratiche e tradizioni religiose attraverso il lignaggio familiare (Zapponi, 2007). In quest’ottica, vale la pena notare il crescente interesse per la ricerca sul ruolo assunto dalle donne migranti in Argentina, è basata, per esempio, su storie di vita (Bjerg, 2009) o sullo studio delle donne calabresi in Argentina (Bruno, O. 2009). In questo senso spicca il numero 9 di Altreitalie che esamina il ruolo della donna nella trasmissione intergenerazionale (Tirabassi, 1993; Gabaccia, 1993; Frid de Silberstein, e Bernasconi, 1993).
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