L’emigrazione italiana in Congo iniziò ufficialmente nel 1883, quando Leopoldo ii inviò una lettera al re italiano: il biennio 1903-1904 venne denominato «l’époque des italiens», e in effetti gli italiani erano diventati, dopo i belgi, la seconda comunità occidentale in Congo. Lavoravano nell’agricoltura, ma anche nelle industrie minerarie. La letteratura prodotta da questa comunità mostra aspetti interessanti legati al tempo stesso all’emigrazione, alle questioni coloniali e postcoloniali e all’identità nazionale. Possiamo notare due differenti generazioni di scrittori italiani in Congo: da una parte i viaggiatori ed esploratori che pubblicano libri simili in tutto e per tutto alle altre narrazioni di viaggio dell’epoca; dall’altra gli scrittori della seconda generazione, per lo più stanziali, che provano a ricostruire l’identità nazionale riprendendone e modificandone alcune caratteristiche. L’incrocio fra identità italiana, congolese e belga rappresenta una sorta di «fabbrica» che gli scrittori ricompongono.